domenica 18 dicembre 2011

"E' funesto a chi nasce il dì natale.."

Anni fa aspettavo questa data come, o forse più del Natale. Ora è solo quello che è, un numero su un foglio appeso al muro. Compio ventidue anni oggi, e la mia vita è distante anni luce da quella che mi ero immagina, ma un po' per tutti va così, forse è il normale corso della vita. Io non ho vissuto disgrazie, malattie, la perdita di persone a me molto vicine, ma in ogni caso non ho la forza di sorridere. Mai. E quando lo faccio è finzione, è questa la mia disgrazia.
Se dovessi fare un bilancio obiettivo, dovrei essere catalogata come persona fortunata, ma io non ho mai eccelso in obiettività ed inoltre mi piace piangermi addosso. Sento l'irrefrenabile bisogno di farlo fondamentalmente per il fatto che credo realmente di potermelo permettere. Ho 22 anni e dovrei essere matura, ma mi ostino a fare i capricci, a lottare contro i mulini a vento, a guardare quelli che hanno di più rispetto a quelli che hanno di meno. Ho 22 anni e sono una bambina che piange perchè vuole il giocattolo, e urla e strilla e batte i pugni sul pavimento, perchè non capisce che deve rassegnarsi: quel giocattolo non lo avrà mai, non è stato progettato per lei. Sono immatura perchè pretendo di ricevere dagli altri senza dare niente in cambio, non parlo di scambi di doni, ma di affetto, attenzione, carineria. Sono sempre lì con le mani tese a pensare che solo perchè una persona mi dice che mi vuole bene deve sottostare ad ogni mio sopruso, e non pretendere niente in cambio. Non crescerò mai perchè io non volevo vivere, non volevo nascere e alzarmi dal letto la mattina richiede già un'impegno talmente gravoso che nessun secondo di felicità potrà ricompensare. Sono così negativa perchè non riesco davvero a capire come si possa essere ottimisti, almeno che non avendo seri problemi mentali che alterano le capacità cognitive, perchè vedo la vita come una condanna dalla quale non puoi sfuggire piuttosto che un'opportunità. E sono triste, infinitamente triste, perchè io qui non volevo starci. Non volevo vedere animali torturati, non volevo sentirmi sempre inadeguata per la mia mancanza di centimetri, non volevo dover testimoniare a me stessa che qualcuno mi vuole bene mettendolo alla prova in continuazione, portandolo al punto dello stremo. Non volevo sentire le urla insensate di mia madre, dopo aver cercato tutta la vita una carezza, come non volevo andar via a cercare un posto per sentirmi a casa e scoprire che nemmeno esiste. Non mi andava di dover fare terra bruciata intorno a me perchè esiste la falsità e l'opportunismo, il pugnalare alle spalle, non volevo desiderare di morire per smettere di soffrire. 
Di questi 22anni ricordo le lacrime come il file rouge che li tieni assieme, il dolore straziante che mi porto dietro senza un reale motivo, il cuscino bagnato di sangue al mattino e le maniche lunghe anche in estate, il pensiero costante che se svuotassi l'armadietto dei medicinali non mancherei a nessuno, la disperata ricerca di un senso attraverso bei voti e duro lavoro, che ora mi accorgo essere solo fatica sprecata, consenso non dato. La solitudine e le parole, le mie uniche compagne di viaggio.
Il desiderio che accompagnava il fumo delle candeline è stato sempre lo stesso " vorrei smettere di soffrire". 
Ventidue anni di attesa, che qualcuno, un padre, una madre, un'amica, un'amico, un'amore, prenda le mie cicatrici tra le mani e dica che è ora di smetterla che non sono sola, che mi capisce e mi starà accanto, che mi aiuterà, non che mi farà passare il dolore ma che farà a metà del peso con me, che crede in me, che ha stima di me, che mi conosce davvero e non si aspetta nulla.
Voglio provare quella sensazione di benessere che ho visto nei film, di quando ti butti di schiena nel vuoto perchè sai che non ti schianterai a terra, che c'è qualcuno a sorreggerti e non vuole farti far male.
Io aspetto quella persona, e non sono cresciuta a ventidue anni, perchè ancora non ho capito che sto aspettando me.

                                                                                    Isotta

2 commenti:

  1. Auguri Isotta.
    Il giorno del mio compleanno anche io formulo pensieri alquanto tristi sulla mia vita. Mi demolisco da sola.
    Però poi passa, forse è solo quel giorno lì a portare tanta negatività.
    Ti abbraccio.

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  2. Auguri...nel senso vero del termine...che tu possa trovare quello che vuoi o magari semplicemente accorgerti che ce l'hai già...

    Qualche post fa hai detto che qualcuno non ti aveva forse mai guardata negli occhi, e tu l'hai mai fatto??

    Guardati e fatti un sorriso..sarà il regalo più bello che tu possa ricevere!

    Baci

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