[Scusate per l'assenza, ma sto risolvendo un problemino di salute, niente di che, in più
ho avuto un esame, quindi pochissimo tempo per il blog, anche se mi dispiace tantissimo!
Inoltre ho una sorta di blocco, per cui non riesco a scrivere un post decente, allora mi è venuto in mente di condividere uno di quelli che io chiamo "sfoghi romantici". Sono delle caSSate che ogni tanto mi viene voglia di scrivere. Mi immagino dei personaggi, una situazione e ci ricamo un po' su. Questo è uno dei più brevi. Spero mi perdoniate e nel caso dovessi vergognarmi di me stessa, vi supplico di farmelo sapere :P ! ]
Lui la guardava attraverso le inferriate e lei non sembrava accorgersene, intenta a sistemare qualcosa dentro la borsa, sembrava piuttosto imbronciata, credeva non li avrebbe notati. In realtà uno dei punti deboli di lei sono gli sportivi.
Cercava il burrocacao, nascostosi da qualche parte nello sconfinato universo parallelo che sono le borse delle donne, di quelle ordinate, figuriamoci di quelle con la testa per aria.
Passi cadenzati e voci maschili le giunsero all'orecchio sinistro, catturando inevitabilmente la sua attenzione. I raggi di sole si dividevano in maniera equa tra ogni singola barra del metallo che compone l'inferriata, e c'era profumo di gelsomino, di quei fiorellini bianchi appena sbocciati. In venti correvano aldilà del metallo e in controluce, magliette uguali, gambe muscolose.
Quello davanti a tutti, che imponeva il ritmo alla corsa, correva con la testa rivolta verso destra, non capì il motivo fin quando sfiorandosi con lo sguardo verso direzioni opposte, in un punto preciso talmente vicini, lui non le sorrise con tutta l'intenzione del mondo.
Lei vide disegnarsi un'espressione che non attendeva sul volto di chi non si aspettava, istintivamente si guardò al di là per vedere non ci fosse qualcun altro, ma era sola e quel sorriso era proprio per lei. Credo che in quel momento capì qualcosa.
Lui si augurò che lei avesse capito.
Anni di presenze sfuggenti e occhiate reciproche, imbarazzo nel ritrovarsi con lo sguardo, allo stesso momento. Silenzi in ascensore e timidi "ciao".
Avete presente la snervante e sempre verde storia del io sono single-tu sei impegnato-io sono impegnata-tu ti sei appena mollato. Sicuramente anche questi due.
C'era stato un momento, nel quale entrambi svincolati, avrebbero potuto provarci, ma quella puara tutta umana, il timore di sciupare le cose, rovina sempre tutto, e si finisce a chiacchierare tramite amici comuni, fingendo di non conoscersi, bypassando le volontà con forse e ma se poi , a vivere senza coraggio.
La notte era estiva e nel cielo le stelle cucite a casaccio si riuscivano a vedere persino nonostante lo strob, quando in quei momenti di pausa riprendi fiato e per respirare a fondo mandi in dietro la testa e scosti i capelli che indugiano sul collo bagnato, quel attimo in cui la musica rallenta e ne approfitti per cercare un istante di refrigerio, sai che tra poco il ritmo forsennato tornerà a sconquassare le casse e farti vibrare il corpo. Deve essere stato in uno di quei momenti che perdendo un battito, le luci durarono giusto il tempo affinchè lei lo notasse, in piedi e immobile al centro della pista, con l'ennesimo cocktail in mano, mentre la fissava.
Subito arrivò il sorriso, esattamente uguale a quello che lei conservava nei ricordi, quello di tempo fa.
Lui era stato in disparte, e avrebbe continuato a farlo, si sarebbe
limitato a guardarla ballare da lì, fare la stupida con qualcuno magari,
perchè ora era libera, e non avrebbe fatto del male a nessuno,
facendolo. Era, libera e bella, con la pelle rossa del primo sole e quegli occhi
che fanno venire i capogiri, un vestitino bianco e la sensualità
innocente di una ragazza ingenua. Eppure ancora una volta, lui sarebbe
stato in disparte.
Provò a dissimulare, come aveva fatto allora, ma quegli occhi puntati addosso le bruciavano dietro la schiena, le
invadevano il cervello, sapeva di essere un suo punto debole, glielo
avevano detto in tanti, quanto lui la vedesse bella e desiderabile. E
lei si divertiva ad esserlo, per lui, a stuzzicare il suo interesse nonostante sapesse che il caso aveva fatto si che, ancora una volta, non
ci potesse essere niente tra loro.
Capita poi, che la vita decida di imboccare strade strane e si arriva in luoghi che non avresti mai pensato di raggiungere e dopotutto il cuore è furbo, e approfitta della debolezza cerebrale causata dall'alcool appena ne ha l'occasione.
Non riuscì a resistere alla spinta del cuore, si avvicinò da dietro
senza toglierle gli occhi da dosso, le strinse i fianchi con entrambe le
mani, avvicinò i loro corpi, annusò il profumo buono dei suoi capelli, e
sussurrò "è una vita che sogno il tuo odore".
Quando sentì quelle
mani sul tessuto leggero, quasi sulla pelle, avvertì un brivido
affiorare in superficie. Sentì le parole che avrebbe voluto sentire
arrivargli all'orecchio come una boccata d'aria fresca. Scostò i
capelli, ricoprì le mani di lui con le sue, gli offrì il collo. Il cuore
le galoppava nel petto.
Lui la respirò a fondo, iniziarono a
ballare vicini, stretti stretti. Nel girarsi verso di lui in maniera da
poterlo guardare negli occhi, lo vide palesemente emozionato.
Ne fù felice, ma cercò di mascherare come poteva.
Una notte vicini, viso a viso, petto contro petto, mentre lui le cingeva i fianchi e le afferrava la pelle tra le mani come a non volerla più lasciar andare via, lei gli accarezzava la nuca, con entrambe le mani e sorrideva dentro.
Non c'è stato un bacio e non c'è stato seguito. Semplicemente uno di quegli
attimi per cui val la pena di vivere, uno di quegli attimi che il
respiro te lo tolgono e ai quali ripensi con una fitta allo stomaco e le
guance che ti si infiammano di rosso.
Ma realtà rimane ancora, incrociarsi per le scale come se nulla fosse. Non guardarsi nemmeno, forse per paura di crederci di nuovo.
Spero che il problemino di salute si risolva presto!! Per quanto riguarda il post, davvero davvero stupendo! Mentre leggevo mi sono immaginata i due personaggi, proprio come se stessi raccontando la sceneggiatura di un film.
RispondiEliminaBellissimo Isotta!
Un abbraccio...ps: grazie per i tuoi tweet!:)
Ohhhhhh come sono contenta *.*
Eliminascrivo in maniera un po' contorta quindi mi fa piacere sapere che sei riuscita ad immaginarlo tipo film!!!
Ma scherzi, twittiamoci quando vuoi :D
In bocca al lupo per la tua salute e la storia è fantastica...sei bravissima,dovresti fare un libro...lo zucchero a volte fa bene
RispondiElimina:D davvero? davvero? E' il mio sogno scrivere un romanzo!!!
EliminaSpero un giorno di poterlo realizzare!
Una sola parola: racconto emozionante!
RispondiEliminaAlla prossima Isotta. Non ho più tempo neanche io per il mio blog... I libri mi stanno risucchiando viva. Aiuto.
Maledetti libri dell'università..argh!
Elimina:D sono troppo contenta che sia piaciuto anche a te, è una soddisfazione!
Alla prossima..
Credo di avertelo detto già un milione di volte che mi piace un sacco come scrivi e ti auguro davvero tanto di realizzare il tuo sogno! Di sicuro io il tuo libro lo comprerò! :)
RispondiEliminaScusami se ultimamente sono un po' meno presente nei commenti, non è colpa dei libri universitari, ma dei preparativi per la nascita di Giulia/Andrea. Sono troppo indaffarata nel cercare di capire come si fa la maglia... :)
Un abbraccione!
:') compreresti il mio libro?! grazieeeeeeeeeeee!!!
EliminaMa scherzi, figurati, è mooooooooolto più importante l'accoglienza al nuovo arrivato, chissene dei commenti!!!
Un super mega abbraccione!