mercoledì 13 giugno 2012

Va così...

Un attimo prima sei immersa in un mondo che esiste ogni notte, nella tua testa, quello dopo ti ritrovi in quello reale e a separarli ci sta solo la sottile pelle delle palpebre. Nessuna sveglia ha rotto le palle eppure io in piedi ci sono già, per quello strano orologio interno che mi fa svegliare giusto uno, due minuti prima che l'ingranaggio faccia partire il bip-bip fastidioso e snervante. Credo che il mio corpo sia disposto a svegliarsi da solo per non sentire quello strazio, è autoconservazione.
Dovrebbero essere abolite per crimini contro l'umanità, le sveglie. 
Quattro ore di sonno non sono abbastanza, e lo si legge chiaramente dalle striature violacee che mi ritrovo sotto gli occhi, e poi oggi va così, nemmeno il correttore, nemmeno il fondotinta, nemmeno l'amico mascara. Ma neanche la crema idratante. Mi lavo il viso con l'acqua tiepida anche in estate, ho perennemente freddo io e ogni volta che rifletto su 'sta cosa mi viene in mente mia madre, sei una vipera, sei una vipera. Le vipere effettivamente sono a sangue freddo. Non ne troverai mai una all'ombra, rubano l'energie al sole. Neanche a me piace l'ombra.
Così, senza trucco, senza maschera. Desidero che chi mi incrocia oggi per strada guardi me, la pelle bianchiccia e secca, gli occhi spenti, le labbra screpolate.
Quando salgo sull'autobus la prima scrematura sono i posti liberi, ovviamente, immediatamente dopo quelli liberi e singoli, che a me non piace il contatto con la gente, addirittura il prof di psicologia ci ha parlato di una ricerca che dimostra come il contatto forzato sui mezzi pubblici faccia aumentare notevolmente il cortisolo, l'ormone dello stress. Che se ci pensi è giusto così. Siamo pur sempre animali, e se tu sconosciuto invadi il mio sacrosanto spazio personale, mi viene da smadonnare. Avete mai visto due leoni strusciarsi al primo sguardo? è impossibile, lo spazio vitale è un diritto sacrosanto e biologicamente prestabilito. Regola che vale al mattino e si estende al pomeriggio, certe volte, la notte, strusciarsi con uno sconosciuto è lecito. Più che lecito.
Dicevo, mi accomodo, guardo sempre fuori dal finestrino, su qualsiasi mezzo mi trovi guardo fuori dal finestrino. Alla fermata c'è Kyla (nella mia mente il suo nome si scrive così) ha il giochino in bocca e come sempre appena scendo lo appoggia vicino ai miei piedi. E' una simil pastore tedesco, intelligentissima. E' il cane di uno che sta a chiedere l'elemosina, ma tutti portano croccantini e giochini solo a lei, ed è inevitabile. Se ne sta buona buona vicino al suo amico umano e osserva i passanti con quegli occhi svegli, poi capita che ne individua uno, magari chi passando è solito farle una carezza, allora si prepara, prende il giochino, si mette seduta e aspetta, appena il prescelto si avvicina abbastanza lei gli va incontro, gli molla il gioco ai piedi e piega la testa di lato come solo i cani sanno fare. Finchè non giochi non hai scampo, una volta ho fatto tardi ad un esame per accontentarla!
Due calci al gioco, una carezza ed ho il lascia-passare. Attraverso la gente senza fare lo slalom, oggi non ce la faccio, oggi cammino io e vi spostate voi. Il cielo preannuncia pioggia, è grigio e le nuvole sono basse e pesanti, vicine, ma fa caldo, quel caldo antipatico che ti toglie le forze e l'allegria. Un semaforo, un altro e un'altro, la Dea è sempre lì immobile, chissà dove guarda, dalla gloria millenaria del suo ateneo tragga auspicio a maggior fortune, c'è scritto. Gloria millenaria. Ateneo. Che si fotta. Cosa cazzo sono venuta a fare io qua. 
(Di Sergio Locatelli, dal Web)
Con questi presupposti ho affrontato il mio nono colloquio. Lei è giovane e carina, mi mette a mio agio, a parte quando mi chiede di parlare della mia relazione intima (sono una tipa riservata, che non si vede? certo.) Ma più che altro cosa vuole che le dica? Cosa vorrebbe sentirsi dire? 
"Ehm...Uhmp...Ecco...Ci stavo bene!"
Roba che nemmeno Freud, ah? Intanto scrive, riempie fogli bianchi di me e chissà cos'altro. Quando esco devo fare la spesa, penso, e guardo fuori dalla piccola finestra la signora che mette fuori il bucato. "Ma lo saprà che tra un po' piove" dico a voce alta.
Lei mi guarda "come prego?"
"ehm...no, dico, la signora...lo saprà che tra poco piove?"
"No. Oggi non piove, l'ha detto il meteo" e continua a scrivere senza guardare fuori.
Avrei voluto risponderle che il meteo non ne sa più di me. Non ne può sapere più di me. Che quando sono triste piove, o meglio, che quando sta per piovere io sono triste, e lo so sempre quando sta per piovere. E' una vita che piove. So quando piove.
Ma non mi è sembrato il caso. Avrà anche visto un sacco di pazzi e magari s'è pure fatta l'abitudine, ma delle volte piuttosto che fugare ogni dubbio, meglio tacere, mi pare di aver sentito dire, e se anche era riferito alla stupidità, chissenefrega.
I colloqui sono di 45/50 minuti, durante i quali io faccio tante pause, che poi i discorsi miei son sempre quelli, e allora io vorrei risposte, ma lei dice che risposte non può darmene, che non è questo il suo lavoro, che ci vuole tempo per le risposte. Sapesse quanto ne ho sprecato. E mi sono anche un po' rotta i coglioni di continuare a farlo.
Esco ogni volta con la stessa indecifrabile sensazione, un misto tra svuotamento e angoscia, spossatezza e malinconia. Ma sarà giusto così. Magari sta facendo effetto, come quando sai di aver effettivamente bruciato calorie, la mattina dopo, quando hai dolori dappertutto e anche scendere dal letto è un'impresa titanica.
Non ho nemmeno il tempo di raggiungere la fermata.
Piove.
Ed io non posso far altro che sorridere al cielo.

                                                                                      Isotta

8 commenti:

  1. Complimenti, scrivi così bene che i tuoi post si leggono tutti d'un fiato!! :)
    Spero che il colloquio sia andato bene...
    Un bacio!!! :*

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    1. Oh grazie *.*
      Comunque forse non si capisce bene, ma il colloquio è con la psicologa!
      Baci a te!!!

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    2. si capisce, si capisce..
      in bocca al lupo per tutto!
      O.

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    3. secondo me le risposte le trovi prima tu, scrivendo, che lei prendendo appunti ;)

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    4. @Ophelinha Crepi il cacciatore! :)

      @lilla può essere...può essere ;)!

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  2. Scrivi davvero bene, mi associo ai complimenti! :-)

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    1. Grazieeeeeee... tutti questi complimenti mi stanno dando alla testa *.*

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  3. Nella mia malsana immaginazione mi sto figurando che la sciura pavese intenta a stendere fosse la mamma della psicologa ;)

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