lunedì 24 ottobre 2011

Wishlist

E pensare che Aladin l'avrò visto un centinaio di volte, l'ultima circa un mese fa, ma sta storia che i desideri siano solo tre non mi scende proprio. E' che io non sono tipo da accontentarsi, non sono quella dal bicchiere mezzo pieno, non sono quella che "meglio di niente". No. Io voglio il meglio, io voglio che si avveri tutto quello che desidero dato che, fondamentalmente, mi faccio abbastanza il mazzo da poterlo pretendere.
Nonostante tutto però devo dire che la mia wishlist non solo è molto lunga, è anche eccessivamente ricca di viaggi non proprio lowcost, di progetti costosi e di chincaglieria varia come dire "firmata"..tuttavia o sei a fare soldi per permetterti un sogno ma non ti rimane il tempo materiale per godertelo o hai un sacco di tempo ma non la materia prima per farlo avverare, fortunatamente, non devo scegliere, non avrò entrambi, per non far torto a nessuno, che a me la parcondicio mi garba parecchio.
Un altro fattore importante è che non c'è un sogno principe rispetto agli altri, non saprei scegliere davvero, faccio fatica a scegliere i due gusti di gelato sempre la tipa mi guarda con la paletta in mano e le sopraciglia convergenti al centro della fronte con l'aria di chi pensa "sbrigate ch'o da fa' ", quindi potrei mai sceglierne tre o due o, peggio, uno??? No, no, no. Mi rifiuto!
Così invece di seguire la lezione mattutina progettavo possibili miei scenari economici futuri, il modo di racimolare il necessario per la lista dei desideri. Quello che ho capito è che se vivrò al buio,lavandomi una volta a settimana con l'acqua fredda, andando in giro a piedi e mangiando a scrocco da parenti e amici potrei arrivare a metà della lista: delusione!
Magari incontro un rampollo figlio di imprenditori che si innamora perdutamente di me e io faccio avverare tutto col mio stipendiuccio (ad averlo!)? No. Non ho bevuto, e no, non ho neanche le allucinazioni da febbre alta!
Mi sto dilungando. Ecco a voi la mia pocket wishlist(senza troppi dettagli). E la vostra?

Fondare un'associazione che si occupi di aiutare gli animali del mio comprensorio, tutti gli animali, randagi o feriti, malati o abbandonati. Che insegni il rispetto alla vita nelle scuole e promuova un rapporto uomo-animale sempre più paritario.

Fare un anno con GreenPeace contro le baleniere, o a salvare gli orsi della luna, contribuire a ripopolare una foresta.

Fare delle modifiche alla casa in cui, mia madre, mi ha concesso di andare a vivere una volta laureata, e che poi sarà mia, in modo da farla assomigliare alla casetta che ho 
sempre desiderato.

Avere una borsa per ogni griffe che mi piace, idem per le scarpe e acquistare tonnellate di vestiti da riempire la cabina armadio ( che non può mancare nella dreamhome! )

Godermi rilassanti week-end nelle Spa quando ne sento il bisogno.

E viaggiare. Andare in Giappone, visitare tutti gli States, ogni capitale europea, vedere l'aurora boreale, i mercati de Il Cairo, le piramidi Maya, le spiagge di Rio de Janeiro, il deserto del Sahara, la Polinesia incontaminata e la foresta Pluviale, l'Australia, Mosca, bagnarmi in ogni mare e oceano, la casa di Babbo Natale in Finlandia nel periodo natalizio, andare in India, in Tibet, visitare la Cina, passare una giornata con i monaci Buddisti del tempio delle Tigri in Tailandia.

Vorrei vedere tutto il possibile, riempirmi gli occhi di mondo. Prima di lasciarlo, s'intende!! :)

P.S. vi prego di leggere degli orsi della luna se non sapete di che ignobile atrocità si tratta, dobbiamo fare qualcosa e diffondere la ripugnanza di certe azioni. Serve anche  smuovere le coscienze!
                                                                              Isotta

giovedì 20 ottobre 2011

SMS

Il cielo rimane colorato di azzurro, osserva limpido e immobile il vento tirar giù le foglie dagli alberi, illuderle in un valzer tinto di giallo e infine abbandonarle ai piedi di quella che era stata la loro casa per tutta la bella stagione. Quando stare li, a far bella mostra del verde più brillante, ad assorbire i raggi cocenti del sole, valeva il fatto di rimanerci attaccate, il privilegio di attingere alle radici che qualcun altro aveva faticato a spingere nella terra scura, in cerca di acqua.
Quando non hai tue radici profonde è così che finisci, vestita di un malinconico giallo a ballare sola nel vento, come nelle più tristi scene dei film, quando tutto è stato e lei non è riuscita a prendere parte allo show, dunque percorre un viale alberato e solitario con il vento che le smuove la sciarpa e i lembi del cappotto aperto, in attesa che partano i titoli di coda, che la gente esca dal cinema.
Ad ogni passo, il rumore cartaceo del manto di foglie che si schiaccia sotto il peso della gente, ricorda quante lacrime avranno perso per ridursi così, quanta acqua avranno pianto dagli stomi per cambiare la pelle, avvizzirsi, seccarsi e mollare la presa, allontanarsi dal porto sicuro che è il ramo di un grande albero per una fogliolina.
In fondo ci vuole un gran coraggio a librarsi nel vento.
L'autunno è la stagione della malinconia per eccellenza, con tutti quei colori caldi ma dalle tonalità smunte. Il giallo delle foglie non è lo stesso di un limone in estate, il rosso non ha la sfumatura delle fragole è piuttosto un mattone che rimanda ai tetti delle case, ai comignoli che annoiati di star li,impiedi a vedetta, sbuffano fumo. 
Camminavo sola, per le strade lastricate di ciottoli, stando attenta a dove mettere i tacchi, stretta  nel trench e col collo avvolto nella sciarpa, e nonostante il messaggio che avevo appena letto non mi veniva da piangere. Continuavo solo a pensare alle foglie. E a camminare.
A camminare senza vedere nessuno, senza sentire le voci della strada o la musica che usciva dai baretti della piazza centrale. Pensavo alle povere foglie, che non avevano più nessuno a cui attaccarsi.
E niente, poi capita che il tuo nome gridato nel freddo da una voce familiare ti riporti rovinosamente nel tuo corpo e tenti di resistere a dire che stai bene, che va tutto bene, ma gli occhi complici ti fanno la tac e non devi manco pagare il ticket. E siamo lì sedute, al gradino di una saracinesca abbassata, che ogni tanto il vento fa muovere e ti sobbalza il cuore, con il mento sulle ginocchia e le lacrime tra il mascara, con una testa che appoggia la tua e ti assicura che andrà bene, che vali di più, e non sa se veramente andrà così ma che l'importante è fartelo credere, almeno in quel momento.
Capita così, che ringrazi il cielo, che a volte, mentre sei li a precipitare nel vento ed affogare nella luce arancione dei lampioni, qualcuno ti abbia visto, ti abbia riconosciuto e abbia deciso di farti un po' di posto sul suo ramo.

"Volevo fartelo sapere io,
prima che lo venissi a sapere da chissà chi.
Sto frequentando un'altra. Sto cercando 
di dimenticarti. Spero tu riesca a 
fare lo stesso."

ELIMINA. Un tuffo nelle coperte. E' finita.

                                                                                     Isotta.

martedì 18 ottobre 2011

Tu, umano? Io bestia!

Non ricordo quando ho iniziato a capirlo. O, semplicemente, non posso saperlo perchè è sempre stato così. Ci nasci.
La prima volta che ho respirato l'aria fredda del mondo devo aver sentito la puzza  dell'ingiustizia, della cattiveria e devo aver inconsciamente deciso che io non ne avrei mai preso parte . Dico che è successo allora, perchè fin da bambina ricordo di aver incrociato solo lo squallore dell'animo umano delle persone.
I bambini, considerati da tutti, esseri puri e indifesi, mostrano senza pudore e nessun filtro la malignità della nostra razza. Siamo subdoli esseri, parassiti del pianeta, nullità che si credono il centro di tutto. Chi avrebbe mai potuto inventare le religioni? Solo la follia umana. Un castello di nebbia costruito sulle paure e le debolezze, una sciocca autogiustificazione al proprio egocentrismo, questo era quello che mi passava per la testa al catechismo, nelle ore di religione.
"No Isotta, gli uomini sono più importanti degli animali, loro non hanno un anima. "

(Tutte le foto dal Web) Cosa significa "avere un anima" ?
 Ricordo un conato di vomito arrampicarsi su per l'esofago, l'istinto di saltare alla gola che ripeteva quelle stronzate e mostrargli quanto una persona possa non averla per nulla, un'anima. Ma in realtà non ho mai fatto niente.



Non ce l'ha fatta. Foto da un amico volontario. 
Ricordo anche una corsa a perdi fiato, il cuore che mi pompava nelle orecchie il terrore, la mia voce flebile rispetto a quello che avrei voluto, e bambini, teneri tesori di mamma che con una lametta tagliavano la gola di un gattino, ma quello era senz'anima e non era un tesoro mamma.

Tao, gettato con un biglietto che diceva "ti amo". Sta cercando di sopravvivere. 
Ricordo questi stessi bambini, ragazzi, un pastore tedesco che avrebbe potuto ridurli in brandelli di carne appetitosa per gli avvoltoi, che era solo un bersaglio vivente di pallonate che facevano rimbombare il tonfo della morte per tutta la piazza, ancora una volta solo le mie urla tra la gente. E' solo un cane. Mica una persona.


 Quella volta, la prima, che sono andata in un canile, mille paia d'occhi spezzati dai quadratini delle reti, ululati di aiuto, corse per bucare la recinsione e tuffarsi tra le braccia di un padrone. La puzza nauseante dell'abbandono.


Ricordo le gabbie dello zoo, gli occhi di fieri animali spenti da un cielo a striscie; e il circo, le tigri dal mantello aperto per gli schiocchi della frusta, continuavano a girare in cerchio e poi una si è fermata e mi ha guardata con occhi stanchi, per questo è stata punita. "Mamma, poea trighe" le ho detto piangendo.


 E poi quella volta che ho capito cos'era la carne e ho detto, ancora una volta a lei, "mamma, io non mangio chi amo." 

Ricordo le piume fredde dell'uccellino che era sul tavolo, il grido strappatomi da quel contatto diverso da quello che mi apettavo, e mio nonno che in lacrime dice "giuro che non andrò mai più a caccia, ma ti prego smetti di piangere ."
 E mi ricordo anche di quando andavo via, nella mia stanza con la tivù al massimo per coprire col suono l'immagine dei pesci sventrati sul lavandino.


Ricordo la pelliccia di mia madre nell'armadio, morbida, l'accarezzavo e mi veniva da piangere, ero solo una bambina, ma credo di aver provato tutto il dolore del mondo nel vedere come questo, trattava chi amavo.
Il fatto che rimboccavo i peluche prima di andare a letto, mi ero fatta fare una copertina per ognuno, le bambole non le ho mai volute; i pianti per Dumbo e Bambi, per le ingiustizie che i miei amati subivano e subiscono ogni momento di ogni schifosissimo giorno.
E poi i mille gatti raccolti per strada, di nascosto, i cani a cui portavo la merenda che mi ero fatta preparare per me, con la scusa, per darla a loro. Gli uccellini caduti dal tetto e fatti volare, le lumache spostate per strada per non farle schiacciare, le lucertole liberate da cappi, i ricci e i rospi tolti da in mezzo la strada, il mitico gufo anziano di quella notte in montagna, i topolini che facevo correre via per non essere uccisi.
Così ci nasci. Nei loro occhi ho sempre visto l'Amore, quello con la A maiuscola, quello che non sono riuscita a trovare in nessun paio di occhi umani nei quali ho provato ad affacciarmi. I loro soprusi sono la mia croce, le ingiustizie fatte a loro ciò che non mi fa dormire la notte, la cattiveria inflittagli dall'uomo è il mulino a vento contro cui ho combattuto da sempre. La razza umana è la mia nemica.



Le religioni proclamano amore e aiuti verso il prossimo, alleviare le sofferenze dei nostri fratelli, peccato che solo finchè si tratta di persone, a Pasqua tutti a mangiare l'agnellino, da bravi cristiani, o ebrei o musulmani o quello che è. Che importa che è stato sgozzato un'innocente di pochi giorni, "bisogna festeggiare Dio" che è un po' come preparare i biscotti davanti al camino per quando scende Babbo Natale affamato!

L'empatia, la sensibilità, sei diversa, non sei normale, dicono, mi sono sempre chiesta se voi foste i normali. Infatti per la gente non provo niente di tutto ciò.
Vedere i bambini morire di fame, o i morti delle guerre, o i malati in ospedale, non mi sfiora. Il dolore umano non mi penetra la pelle e mi intossica le vene, semplicemente mi lascia indifferente..come fosse un prezzo ancora troppo basso da pagare, rispetto a quello che viene fatto pagare a loro. A quelli che chiamiamo animali, "bestie"..ma che non uccidono per vanità, per il palato, se possiedono l'alternativa, non stuprano i cuccioli, non fanno le guerre, non distruggono il pianeta che li ospita.
Quindi la mia domanda è questa: se essere esseri ( scusate il gioco di parole) ragionevoli, significa avere un anima, essere superiori e non istintivi, bestiali, perchè quello che facciamo, come il mangiare la carne viene giustificato da un "è istinto". Mentre un animale che attacca per difesa, istinto vero, privo di ragione, è condannabile, inferiore, non ha un anima?
E ancora, a grandi poteri non corrispondevano grandi respondabilità? Questo essere i migliori non dovrebbe costrigerci a dimostrarlo, e quale dimostrazione migliore del trattare con rispetto i più deboli, i più indifesi? Questa "ragione" che ci garantisce il piedistallo, dovrebbe anche essere presa in considerazione in tutte le altre scelte, o no? E' facile autoproclamarsi degni di vita rispetto agli altri. E' totalitarismo bello e buono.
Ma come si suol dire nel mio dialetto "fora du culu meu aundi piglia, piglia" un elegante modo per sottolineare che basta che non vengano toccati i nostri diritti, del resto poco ci importa.

Essere "umani" dovrebbe significare esserlo sul serio. Se è di questo che si tratta, io preferisco essere bestia.

P.S. Ovviamente ricordo anche: palii, stabulari e vivisezione, le oche da piuma e il foie gras, la lana, la seta, i combattimenti clandestini, l'importazione illegale, il traffico e la vendita di cuccioli, come ulteriore vergogna umana.
                                                                         Isotta.

martedì 11 ottobre 2011

Cosa dovrei fare???

(Dal Web)
Dunque sono al quarto anno, e da noi, significa che hai quasi finito. E' tempo di scegliere la tesi, ci sono poche materie (6 nel primo semestre, invece che le 12 di quello del primo anno!) hai più tempo per fare le 900 ore di tirocinio. Insomma sei arrivato, devi superare lo sprint finale. Il tirocionio metà è andato quest'estate, la prossima farò l'altra metà, gli esami che mi rimangono sono solo quelli del 4° anno, che come dicevo sono veramente pochi e semplici rispetto a quelli a cui eravamo abituati negli anni precedenti. Rimane un unico, grande, grosso, nero punto interrogativo che penzola minaccioso sulla mia testa, una bomba col timer, ed è tutto nelle mie mani, o taglio il filo verde o i filo rosso, e non sai quale sia quello giusto, puoi solo avere il coraggio di prendere la tua decisione ed aspettare. Aspettare di saltare in aria o salvarti il culo.
Entro Novembre devo scegliere se tesi sperimentale o compilativa, entro Aprile consegnare i moduli con realtore, correlatore e tutto il resto, devo iniziare almeno 9 mesi prima, se voglio laurearmi in tempo. E devo farlo.
Sto parlando con molti miei colleghi sull'argomento e la maggior parte fanno spallucce e dicono "io farò la compilativa, non mi importa dei punti, non mi importa del voto, non passerò 9 mesi chiuso in un laboratorio!". E vorrei avere la loro convinzione. Il fatto è che il file rouge della mia vita è prendere la strada difficile, non scegliere il sentiero con l'erbetta verde e i firellini rosa, ma il bosco dagli alberi coi rami secchi e le spine alte. Sono fatta così, provo uno strano masochistico piacere nel torturarmi, nel mettermi alla prova. Quindi il mio dramma esistenziale della settimana è: tesi sperimentale, si o no?
Cerco di analizzare in maniera asettica pro e contro della scelta.
TESI COMPILATIVA- Massimo tre/quattro mesi di copia-incolla da internet, niente stress, il tutto potrebbe essere fatto anche da casa, quindi non sarei costretta a vivere un altro anno lontano, tempo a sufficienza per poter recuperare eventuali esami non superati, alta possibilità di laurearsi persino un semestre prima. Tuttavia i punti sono massimo 4, e bisogna acquisire 18 cfu con i moduli liberi o materie a scelta, ciò significa altri 9 esami da sommare a quelli "normali".
TESI SPERIMENTALE- Un voto finale più alto, visto che è possibile prendere 10 punti, maturare un'esperienza in grado di offrirti una chance in più nel campo nel lavoro, verranno abbonati ben 18 crediti che altrimenti dovrebbero essere acquisiti mediante materie a scelta di max 2cfu, orgoglio per genitori e parenti tutti. Però significa stare mattina e pomeriggio dal lunedì al giovedì in laboratorio, non avere la certezza di laurearsi in tempo (se ce la fai ti danno altri 2 punti bonus), rimanere a Pavia nei periodi in cui solitamente tornavo a casa. 
Ho appena finito di parlare con una prof. Dovrei iniziare a Gennaio 2013 l'internato e finire in tempo per laurearmi ad Ottobre 2013, in modo da pendere gli altri 2punti bonus.
Il problema è che devo decidere entro domani. E' stata una fortuna trovare un posto, visto che c'è gente che deve aspettare 2anni per svolgere la propria tesi sperimentale ed ha già finito il quinto anno, o forse mi sto complicando inutilmente la vita, perchè per vendere scatolini non servono 8mesi di laboratorio di tecnologia farmaceutica e soprattutto non serve avere un voto di laurea alto visto che nel nostro settore sono i privati a valutare e non tramite concorsi pubblicici? E' giusto accontentarsi e scegliere la strada breve, per non violentarsi o pretendere di più da se stessi?
Cosa devo fare??
Devo scegliere quale filo tagliare, e non ho tempo.

                                                                               Isotta.

domenica 9 ottobre 2011

All you need is Love


 Io in fondo non penso di averlo amato. E' che sta faccenda dell'amore è una cosa seria, o almeno per come intendo io l'amore. Io faccio un esempio molto semplice ( che ai vostri occhi, occhi di gente normale, risulterà assurdo, ma non posso farci niente se le cose stanno così!) se penso al mio cane, ai miei gatti ed a mio padre condannati a morte, inizia a tremarmi lo stomaco e d'istinto la mia voce grida "muoio io, liberi loro". L'amore questo dovrebbe essere. Essere pronta a morire tu stessa, perchè ti dispiace meno che veder morire chi ami e vivere senza di lui. Ma così amano solo i cani, neanche le madri. Figurati io!
Ormai noi giovani donne del 2000 siamo emancipate, non siamo mica le donzelle sprovvedute che si fidavano della vecchiettina con la mela avvelenata, o delle stupide che si farebbero mettere i piedi in testa in casa propria, che io fossi stata Cenerentola avrei fatto interdire il paparino, altro che spazzare per sorellastre e matrigna. Eh no, mica ci freghi a noi donne di "oggi" , nelle borse oversize ci starebbe anche il cavallo, figurati se rimango a piedi e devo aspettare 100 anni un principe che venga a baciarmi. E poi la casa la facciamo da noi essendocci brillantemente laureate ed avendo per questo un lavoro serio, molto meglio lo stile tre porcellini che moglie di Donald Trump. La verita quindi è che se io sto con qualcuno sto esclusivamente perchè provo piacere a farlo, perchè è bello tornare a casa e condividere le mie ore di relax sul divano, il quiz in tv, la passeggiata dei cani, con lui. Perchè avrei la possibilità e la forza di stare sola, ma desidero inglobare il suo mondo nel mio, inventare un "noi" che sia solido non perchè stretto da patti sociali ma costruito su un bisogno di legame, comune. 
Per me l'amore non è "dato che sei mia madre, ti devo amare, se no fa brutto" per me è "sei uno sconosciuto, ma provo per te(sottostimando) qualcosa di paragonabile alla fine di una guerra, la sconfitta di una malattia, lo scodinzolio di un cane". Perchè sei così e non ti vorrei in nessun altro modo possibile, perchè allora saresti un altro, e cazzo, io ad un altro non faccio mettere i piedi sul mio tavolino! Qualcuno a cui prepapare la cena senza sentire il peso di averlo fatto, ma anzi la gioia di curare i minimi dettagli, qualcuno a cui non dover rinfacciare niente se non che è stato via troppo a lungo, e che se avesse tenuto aperta la porta del bagno mentre faceva la doccia mi sarei sentita meno lontana, qualcuno di cui essere orgogliosa, onorata di starci accanto. Qualcuno i cui difetti sono l'apoteosi dello spasso e non una seccatura.
Io questo non l'ho mai provato con Lui.
Non mi sono mai andati bene i suoi pensieri, il suo modo di agire, di relazionarsi col mondo, i suoi capelli erano sempre troppo corti o troppo lunghi, le cose avrebbe dovuto dirle in maniera diversa, avrebbe dovuto scegliere altri amici e nascere in un'altra famiglia, fare un'altra facoltà, vestirsi in modo diverso, interessarsi a cose diverse.
Se lo ami non ne fai un altro, lo ami e basta.
Allora mi chiedo, cosa è stato? Tutto quel batticuore e tutto quel dolore, cosa dicevano? Che volevano da me (e da lui poraccio), se io non lo amavo?
Mi rimetto alle vostre delucidazioni!
Buona domenica, by the way..

                                                                              Isotta.

giovedì 6 ottobre 2011

Stay Hungry. Stay Foolish.. Goodbye Steve!

Ogni tanto capita. Per qualche strano momento di bontà del destino, o un allineamento particolare dei pianeti capita che nasca una persona così. 
Steve Jobs è stato un regalo per l'umanità, e non parlo del primo Macintosh, di iTunes, dell'iPhone, dell'iPad, parlo piuttosto dell'ispirazione che ti rimane sotto la pelle dopo aver letto o ascoltato la sua storia, la sua vita incredibile, difficile ma perfetta. 
Seguite il cuore, abbiate coraggio, amate quello che fate, pensate positivo, sempre, io così ce l'ho fatta, solo così vi sentirete realizzati.
Ma tutto questo non c'è modo migliore di assorbirlo se non ascoltarlo direttamente da lui:

E' stato mio padre ad "iniziarmi" alla Apple, a comprarmi un MacBook e non un PC.. A spiegarmi cosa fa la differenza, e mi ha insegnato ad apprezzare lo splendido lavoro che quest'uomo ha costruito partendo da un garage.

Perciò grazie genio.

                                   Rest in Peace.

domenica 2 ottobre 2011

A sweet Sunday morning


E' sicuramente la più comune e popolare delle consolazioni, ma funziona. E quando senti gli occhi sciogliersi senza possibilità di opporti, questo è quello che ti importa, che sia la diga che contiene le lacrime, il tappo del lavandino che si metta tra te e il buio, che faccia si che non scivoli nello scarico assieme all'acqua con cui hai provato a rinfrescarti il cuore.
Ho sempre avuto grossi problemi con il cibo, da bambina non mangiavo praticamente nulla. Non fosse stato per le tazzone di latte e i plasmon non sarei cresciuta nemmeno quel po' che è stato. Nonni e genitori le hanno provate tutte, ma è stata una zia, anzi un pro-zia. (credo si chiamino così le sorelle di tua nonna!) a farmi conoscere il prodotto che sarebbe diventato l'impalcatura su cui si fonda la mia misera alimentazione. Mi ricordo quanto ha insistito quel pomeriggio per farmi mangiare quella benedetta fetta biscottata con sopra una crema scura, ah ma io mica mi fidavo, continuavo a fare no con la testa, cocciuta come un mulo. E niente poi mi hanno ingannata,lei e mia madre, me ne hanno data una a testa in giù, non tipo che io avevo i piedi appesi al soffitto e loro mi rimpinzavano,ma piuttosto che la parte spalmata era quella che io non vedevo. Allora giocando mangiavo questa normale fetta biscottata e ad un certo punto, esattamente a metà fetta sento un piacere inondarmi le papille gustative, non ho afferrato subito il trucchetto e guardavo la mia pro-zia annuire col capo, poi ricordo che si è avvicinata, ha girato la fetta e mi ha detto " hai fatto tante storie, visto che buona la Nutella? Te lo avevo detto che ti sarebbe piaciuta. A tutti piace." E così ci siamo conosciute e amate di una passione sconvolgente per il resto della mia vita, e credo che sarà così finchè non muoio per iperglicemia. Quando io sto male lei è sempre lì per me, aspetta nella dispensa di sentire i miei singhiozzi ed io me la immagino mentre si sistema l'etichetta, da una controllata alla consistenza, fa il conto alla rovescia 3, 2, 1.


Il semplice sapere che c'è mi fa stare tranquilla, a casa, per quanto mi riguarda può mancare anche l'acqua, ma non la mia fidata amica. Che poi anni dopo ho scoperto che non è mica una suggestione, il cacao contiene delle sostanze che vengono chiamate endorfine, e il corpo ne ha di endongene che hanno proprio lo scopo di "calmare" i neuroni sovraeccitati cosa che capita durante gli attacchi d'ansia e così quando qualcuno è giù la somministrazione di endorfine esogene potenzia l'effetto di benessere di quelle endogene. Un'azione paragonabile a quella della morfina, tanto per capirci, anche se ovviamente diversa nelle conseguenze. 
Io non bevo, non fumo, non prendo nemmeno il caffè, ma la Nutella è decisamente la mia dipendenza, e non se ne parla di smettere!
Ad ogni modo, tutto questo per rendere pubblico che sto cercando di riprendermi (quindi non posterò per un po' di tempo mie menate noiose) da uno dei soliti attacchi depressivi che mi rincorrono come la leonessa fa con la gazzella, e solitamente, per quanto mi dispiaccia, la prima sbrana la sua preda, è la legge del più forte, ed io non lo sono per niente.
Buona domenica.


                                                                                       Isotta.