lunedì 26 marzo 2012

Weekend da sfigati: Boing, cinquenni e l'allenamento!

Sono di ritorno da un weekend di "famiglia". Ho raggiunto, infatti, mio zio e la sua famiglia in una cittadina qui vicino a dove studio. Quest' anno non ci ero mai andata, nonostante i ripetuti inviti, allora visto che esami all'orizzonte non mi pare di scorgerne, ho approfittato. Mio zio è stato per tantissimo tempo il mio fratello maggiore, più piccolo di mia madre di sei anni, quando sono nata io ne aveva 20. Volevo che venisse sempre lui a prendermi all'asilo, ero l'unica a cui non urlava contro quando andavo a svegliarlo, facevamo la gara di rutti ed inutile dire che mi batteva sempre, mi faceva rotolare nella neve immacolata, e al mare mi buttava in acqua quando ero in castigo e non potevo entrarci, ovviamente litigavamo quando io volevo vedere i cartoni e lui il telegiornale. Adesso c'è il suo cinquenne G. a monopolizzare il telecomando[ dopo le prime tre ore di Boing volevo uccidermi. Ho resistito due giorni e mezzo. Pretendo la santificazione], i discorsi, la casa, tutti quanti. La figlia grande è un tesoro di bambina, non ha mai pianto quando era neonata, ha sempre preso lo sciroppo senza batter ciglio, non fa capricci, è buona con il fratellino, aiuta la mamma, fa i compiti da sola. Tutto il contrario di quello che ero io, inutile dirlo, e di suo fratello che è un terremoto, ma di quelli che provocano gli tsunami. 
E' pazzesco quanto sia cambiato. Ma questo è inevitabile, da quando è diventato papà è maturato tantissimo ed il carattere irruente e litigioso si è trasformato in amorevole ed accondiscendente. E' un ottimo papà, forse un po' troppo permissivo, ma i papà lo sono sempre, e le madri sanno bilanciare, fin troppo bene, delle volte.
Venerdì sono arrivata per pranzo, mi sono venuti a prendere loro tre, mia zia era al lavoro. Mi raccontano che qualcuno ha fatto i capricci dicendo "anche io voglio venire all'aeroporto!", accorgendosi, solo in seguito, con stupore, che l'aeroporto era dietro casa e gli aerei si erano trasformati in corriere!
Nel pomeriggio l'agenda dell'ometto era occupata dagli allenamenti di calcio, e che fai, non ci vai agli allenamenti? "Mi metto il giubbotto e sono pronta."
All'inizio, appena arrivati, mi chiedo se sia stata una buona idea. Una quarantina di nani urlanti, ognuno con indosso la maglietta del suo eroe calcistico, o più probabilmente quello del papà, corrono per ogni dove, come se fossero appena stati liberati da anni di prigionia. Il campetto, di quelli in erba sintetica, è simpaticamente inserito in una sorta di super santos tagliato a metà, quelle strutture a tendone tanto per intenderci, affinchè sia possibile conservare un'apprezzabile odore di sudore stagnante, e in più offrirti una sauna gratuita. 
Il mister grida una serie di nomi in loop, senza nessun risultato. E' il caos.
Mi siedo sconsolata per terra, in una posizione un po' isolata ma da dove posso comunque vedere le peripezie del cugino, pronta a due orette di noia.
Poi ad un certo punto, entrano due ragazzi vestiti esattamente come il mister, non ci faccio molto caso, ma inspiegabilmente i bambini sono tutti contenti ed iniziano ad ascoltare, addirittura si siedono al centro del campo.
Dopo pochissimo capisco il motivo dell'improvviso cambio di tendenza: iniziano i giochi.
I bambini vengono divisi in tre gruppi al capo del quale c'è il rispettivo mister. Il nostro nanerottolo capita nel terzo e io mi sposto verso di lui, dato che gli tengo la bottiglietta d'acqua evito di fargli fare tutto il campo per bere una sorsata.
Mi accorgo di essere fissata solo quando l'"allenamento" inizia.
E' alto e c'ha le spalle larghe, le tipiche ginocchia da calciatore, identiche a quelle del mio papà, un po' di orecchie a sventola, ma nel complesso è carino, biondo, peccato.
Mi concentro su G. che corre, corre, corre, prova a buttare il birillo al centro della porta con un tiro ma fallisce, non tiene la palla al piede come gli viene detto di fare, è paonazzo e si dirige verso di me con gli occhi di chi nel deserto ha visto un'oasi. Gli do la bottiglia, quando mi sento riprendere "No, no, non deve bere!", e io "ma come non deve bere, non vedi che è sudato e tutto rosso in viso, ha sete e beve!"
"Non deve bere perchè deve imparare che si esce dal perimetro di gioco solo nelle pause. Non è che durante la partita può uscire a suo piacimento. E poi non muore, l'abbiamo fatto tutti eppure siamo ancora qui, vedi!" e sorride, mostrandosi.
Beh in effetti il ragionamento fila, sono pur sempre bambini di cinque e sei anni, ma fila. Mi scuso e cerco di spiegare a G. che sarebbe meglio se aspettasse la pausa per bere, lui annuisce ma non sono convinta che lo farà.
Mentre i bambini continuano a fare gli esercizi, il tizio di prima mi si avvicina e si presenta, tale A. , scambiamo due chiacchiere su quanto sia impedito G. a giocare a calcio, poi torna a fare il mister, ma continua a sorridermi appena ne ha la possibilità. Io distolgo lo sguardo, tanto le due ore stanno passando e appena torna mio zio, ce ne torniamo a casa. Cacchio c'è la pausa, prima. Lui si riavvicina e mi dice che non mi aveva mai vista, gli spiego che sono ospite di mio zio per il weekend, e allora butta lì un "di sicuro ti annoierai allora, se ti va di uscire ti lascio il mio contatto fb, o il cellulare così magari andiamo a bere qualcosa". La mia espressione era questa: 
 


Balbetto un "no guarda, ti ringrazio, ma non è proprio il caso." Allora mi sorride, fa un cenno di intendimento con il capo, due palleggi e si allontana. Ha continuato a guardarmi per tutto il tempo, finchè una volta fuori fà "Ciao G. , ciao Isotta!" e fa l'occhiolino.
E mio zio, "Conosci A. ?" " Ehmm... più o meno!"
Saliamo in macchina, ci sorpassa una Ypsilon nera, e nello specchietto vediamo ancora lui che ci sorride. Vuoi vedere che era l'uomo della mia vita e io gli ho rifilato un NoGrazie! ?

                                                                            Isotta.
                                                  

13 commenti:

  1. Ma dico TI PAREEEE...che dici No, grazie????
    Ma bella de' zia, tu ti fai scappare i treni cosi??
    Non ho grande simpatia per il genere calciatori, machissene...!!!
    Per punizione ti farei guardare Boing 3 ore al giorno tutti i giorni!

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    1. Uahauhauah tu mi fai morire!!! :D
      Ma come???? I CALCIATORI sono la categoria numero 1!!!
      E' il mio sogno un calciatore *.*
      La verità è che mi sento un'imbranata,
      sono decisamente fuori allenamento...farei una figura di bip!

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    2. Blogspot mi prende per i fondelli -.-
      Avevo cambiato il font...ora rimedio!

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    3. Si okkei avevo notato il font..ma non volevo rompere le palle ancora..
      Anche se in tema calciatori 'sti palloni ci stavano..

      Comunque tesoro caro, quello è un allenatore!!!Se sei fuori allenamento ti aiuta lui...nopaura... tu inizia a riscaldarti..;-)

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  2. Anche io son d'accordo con Zia Atena!

    Era anche un calciatore! (non aveva le gambe storte però,vero?)

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    1. :( il mio sogno...un calciatore!
      per forza ce le hanno le gambe storte, le devono avere,
      io e le mie amiche li putavamo grazie a questo segno di riconoscimento ;P

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  3. Però era biondo. ^_^
    Comunque dai se dev'essere l'uomo della tua vita ritornerà, cioè magari ritornerai tu ad assistere agli allenamenti del tuo cuginetto negato, poverino! :)

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    1. C'è un premio per te! http://scarabocchidipensieri.blogspot.it/2012/03/blog-affidabile.html

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    2. Mah, vedremo... Però era biondo :)
      Grazie mille...passo subito a ringraziarti!!

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  4. No Isotta, ma sembra la scena di un film!!:) :)
    Anche io preferisco i mori ai biondi, però dai, si può sempre cambiare idea.
    A mia mamma piacevano i biondi e si è sposata un moro!;)
    Comunque se il vostro sarà destino, sicuramente non mancheranno i momenti in cui rincontrarvi e capire se si è fatti l'uno per l'altra.
    Ve lo auguro, faccio il tifo per te Isotta!

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    1. Vedi, sempre così va la vita...a chi i mori e voleva i biondi,
      e i biondi a chi vuole i mori!!
      Esatto...staremo a vedere, ma dubito fortemente!

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