martedì 18 ottobre 2011

Tu, umano? Io bestia!

Non ricordo quando ho iniziato a capirlo. O, semplicemente, non posso saperlo perchè è sempre stato così. Ci nasci.
La prima volta che ho respirato l'aria fredda del mondo devo aver sentito la puzza  dell'ingiustizia, della cattiveria e devo aver inconsciamente deciso che io non ne avrei mai preso parte . Dico che è successo allora, perchè fin da bambina ricordo di aver incrociato solo lo squallore dell'animo umano delle persone.
I bambini, considerati da tutti, esseri puri e indifesi, mostrano senza pudore e nessun filtro la malignità della nostra razza. Siamo subdoli esseri, parassiti del pianeta, nullità che si credono il centro di tutto. Chi avrebbe mai potuto inventare le religioni? Solo la follia umana. Un castello di nebbia costruito sulle paure e le debolezze, una sciocca autogiustificazione al proprio egocentrismo, questo era quello che mi passava per la testa al catechismo, nelle ore di religione.
"No Isotta, gli uomini sono più importanti degli animali, loro non hanno un anima. "

(Tutte le foto dal Web) Cosa significa "avere un anima" ?
 Ricordo un conato di vomito arrampicarsi su per l'esofago, l'istinto di saltare alla gola che ripeteva quelle stronzate e mostrargli quanto una persona possa non averla per nulla, un'anima. Ma in realtà non ho mai fatto niente.



Non ce l'ha fatta. Foto da un amico volontario. 
Ricordo anche una corsa a perdi fiato, il cuore che mi pompava nelle orecchie il terrore, la mia voce flebile rispetto a quello che avrei voluto, e bambini, teneri tesori di mamma che con una lametta tagliavano la gola di un gattino, ma quello era senz'anima e non era un tesoro mamma.

Tao, gettato con un biglietto che diceva "ti amo". Sta cercando di sopravvivere. 
Ricordo questi stessi bambini, ragazzi, un pastore tedesco che avrebbe potuto ridurli in brandelli di carne appetitosa per gli avvoltoi, che era solo un bersaglio vivente di pallonate che facevano rimbombare il tonfo della morte per tutta la piazza, ancora una volta solo le mie urla tra la gente. E' solo un cane. Mica una persona.


 Quella volta, la prima, che sono andata in un canile, mille paia d'occhi spezzati dai quadratini delle reti, ululati di aiuto, corse per bucare la recinsione e tuffarsi tra le braccia di un padrone. La puzza nauseante dell'abbandono.


Ricordo le gabbie dello zoo, gli occhi di fieri animali spenti da un cielo a striscie; e il circo, le tigri dal mantello aperto per gli schiocchi della frusta, continuavano a girare in cerchio e poi una si è fermata e mi ha guardata con occhi stanchi, per questo è stata punita. "Mamma, poea trighe" le ho detto piangendo.


 E poi quella volta che ho capito cos'era la carne e ho detto, ancora una volta a lei, "mamma, io non mangio chi amo." 

Ricordo le piume fredde dell'uccellino che era sul tavolo, il grido strappatomi da quel contatto diverso da quello che mi apettavo, e mio nonno che in lacrime dice "giuro che non andrò mai più a caccia, ma ti prego smetti di piangere ."
 E mi ricordo anche di quando andavo via, nella mia stanza con la tivù al massimo per coprire col suono l'immagine dei pesci sventrati sul lavandino.


Ricordo la pelliccia di mia madre nell'armadio, morbida, l'accarezzavo e mi veniva da piangere, ero solo una bambina, ma credo di aver provato tutto il dolore del mondo nel vedere come questo, trattava chi amavo.
Il fatto che rimboccavo i peluche prima di andare a letto, mi ero fatta fare una copertina per ognuno, le bambole non le ho mai volute; i pianti per Dumbo e Bambi, per le ingiustizie che i miei amati subivano e subiscono ogni momento di ogni schifosissimo giorno.
E poi i mille gatti raccolti per strada, di nascosto, i cani a cui portavo la merenda che mi ero fatta preparare per me, con la scusa, per darla a loro. Gli uccellini caduti dal tetto e fatti volare, le lumache spostate per strada per non farle schiacciare, le lucertole liberate da cappi, i ricci e i rospi tolti da in mezzo la strada, il mitico gufo anziano di quella notte in montagna, i topolini che facevo correre via per non essere uccisi.
Così ci nasci. Nei loro occhi ho sempre visto l'Amore, quello con la A maiuscola, quello che non sono riuscita a trovare in nessun paio di occhi umani nei quali ho provato ad affacciarmi. I loro soprusi sono la mia croce, le ingiustizie fatte a loro ciò che non mi fa dormire la notte, la cattiveria inflittagli dall'uomo è il mulino a vento contro cui ho combattuto da sempre. La razza umana è la mia nemica.



Le religioni proclamano amore e aiuti verso il prossimo, alleviare le sofferenze dei nostri fratelli, peccato che solo finchè si tratta di persone, a Pasqua tutti a mangiare l'agnellino, da bravi cristiani, o ebrei o musulmani o quello che è. Che importa che è stato sgozzato un'innocente di pochi giorni, "bisogna festeggiare Dio" che è un po' come preparare i biscotti davanti al camino per quando scende Babbo Natale affamato!

L'empatia, la sensibilità, sei diversa, non sei normale, dicono, mi sono sempre chiesta se voi foste i normali. Infatti per la gente non provo niente di tutto ciò.
Vedere i bambini morire di fame, o i morti delle guerre, o i malati in ospedale, non mi sfiora. Il dolore umano non mi penetra la pelle e mi intossica le vene, semplicemente mi lascia indifferente..come fosse un prezzo ancora troppo basso da pagare, rispetto a quello che viene fatto pagare a loro. A quelli che chiamiamo animali, "bestie"..ma che non uccidono per vanità, per il palato, se possiedono l'alternativa, non stuprano i cuccioli, non fanno le guerre, non distruggono il pianeta che li ospita.
Quindi la mia domanda è questa: se essere esseri ( scusate il gioco di parole) ragionevoli, significa avere un anima, essere superiori e non istintivi, bestiali, perchè quello che facciamo, come il mangiare la carne viene giustificato da un "è istinto". Mentre un animale che attacca per difesa, istinto vero, privo di ragione, è condannabile, inferiore, non ha un anima?
E ancora, a grandi poteri non corrispondevano grandi respondabilità? Questo essere i migliori non dovrebbe costrigerci a dimostrarlo, e quale dimostrazione migliore del trattare con rispetto i più deboli, i più indifesi? Questa "ragione" che ci garantisce il piedistallo, dovrebbe anche essere presa in considerazione in tutte le altre scelte, o no? E' facile autoproclamarsi degni di vita rispetto agli altri. E' totalitarismo bello e buono.
Ma come si suol dire nel mio dialetto "fora du culu meu aundi piglia, piglia" un elegante modo per sottolineare che basta che non vengano toccati i nostri diritti, del resto poco ci importa.

Essere "umani" dovrebbe significare esserlo sul serio. Se è di questo che si tratta, io preferisco essere bestia.

P.S. Ovviamente ricordo anche: palii, stabulari e vivisezione, le oche da piuma e il foie gras, la lana, la seta, i combattimenti clandestini, l'importazione illegale, il traffico e la vendita di cuccioli, come ulteriore vergogna umana.
                                                                         Isotta.

1 commento:

  1. Non riesco a vedere soffrire nè animali nè persone, ci sto malissimo. Queste foto mi fanno piangere. fai bene a denunciare queste situazioi, sono con te.
    audrey

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