lunedì 12 settembre 2011

L' Undicisettembre

(Dal Web)
Io le immagine le ho scolpite negli occhi, mi basta chiuderli appena per rivedere quell'orrore. Ero una bambina, 10 anni fa avevo solo 11 anni, e stavo per uscire, ci godevamo gli ultimi pomeriggi prima dell'inizio della scuola in giro per il paese con le amichette, quel giorno però non ci vedemmo. Era e sarebbe stato per sempre il 9/11/2001.
L'odio si era mostrato senza filtri ad ognuno di noi, tutto il mondo era lì, fermo davanti agli schermi,con l'orecchio teso ad ascoltare l'assurdità degli eventi. Ci sarà stato qualcuno che avrà cercato di capire , qualcun altro di perdonare, in tanti avranno pregato, tantissimi pianto, altri saranno rimasti impassibili ad aspettare la fine, altri ancora si saranno incazzati e infine ci sono stati quelli che gioivano, quelli che bruciavano stelle e strisce e inneggiavano a chi i corpi di povera gente li stava facendo bruciare davvero, altri uomini, "nemici" che avevano la colpa di essersi alzati al mattino per andare a lavoro. 
Ho avuto paura, mi sono sentita non più al sicuro, e sopra ogni cosa ero nera di rabbia. E la rabbia è cresciuta in maniera esponenziale nei giorni a seguire quando le torri erano giù e il numero dei morti continuava a salire, ascoltavamo interminabili ore di tg, la gente piangeva ed era sporca di sangue, una donna chiedeva aiuto sventolando un fazzoletto bianco e due secondi dopo era macerie, come tutto il resto attorno, e i passeggeri del quarto aereo preferivano schiantarsi al suolo salvando il Campidoglio o la White House  e nel frattempo lasciavano messaggi di addio alle segreterie di mariti o genitori o figli, e giovani vigili del fuoco ora erano solo una foto e un nome e li chiamavano eroi come se questo bastasse per ripagarne il coraggio e l'altruismo. Io ho visto tutto questo e la rabbia è diventata odio.
Odio per gli occhi scuri e la carnagione olivastra, per le barbe lunghe e i turbanti bianchi, per quella lingua difficile e indecifrabile. Odio per la barbarie che deriva dall'ignoranza, per la codardia del gesto, per l'infamia e la meschinità, per la spettacolarizzazione della strage, per il perverso sadismo dei sorrisi islamici. Odio, e non ho ne' vergogna ne' timore di dirlo.
Sono stata a NY sei anni dopo, il groppo alla gola di quei giorni passati è tornato su con facilità, ho fatto fatica quando la guida ha detto di aver perso il figlio "lì" indicando il vuoto che stava allora al posto delle Twin Towers senza girarsi a guardare, ho respirato forte e morso il labbro inferiore ho rispedito le lacrime da dove pretendevano di uscire ed ho capito quanta dignità ci fosse in quel gesto, quanta forza e coraggio di ricominciare. E la forza degli uomini è questa: avere le spalle larghe per caricarci su il peso di ricominciare, ricostruire e ricordare. Io ho cercato di dare il mio misero contributo perchè ero a guardare incollata alla tv la gente morire, i grattacieli cadere dieci anni fa; sono stata li a Ground Zero dove il vuoto era pieno di vuoto,di quello che è stato; e tornerò appena posso a vedere la Freedom Tower finita e il resto delle torri quando avranno terminato i lavori.
(Dal Web) Freedom Tower
P.S. Non è una notizia molto riportata ma volevo ricordare, appunto, che ci sono stati dei morti e dei feriti anche in una chiesetta vicina ad una delle torri (perdonatemi ma non ricordo quale), la gente era li a pregare, ed è morta. Questo ce lo ha detto il signor Benito, la guida.
P.P.S. A distanza di qualche anno ho letto La Rabbia e L'Orgoglio della Fallaci e stranamente, per una volta, mi sono ritrovata nelle parole della famosa scrittrice.

                                                                                  Isotta

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